Eccola qui:
Sembra che questa farfalletta gialla e nera, assolutamente bellina, sia tanto snob da farsi beccare solo con la reflex, per cui sto cominciando a rifletterci un po' su...
- La velocità di scatto credo sia un fattore importante per acchiappare la bestiaccia: c'è poca diffeenza fra lo zoom della D40 base e lo zoom della compatta con cui ho "beccato" la maggior parte delle farfalle. Con la D40, però, posso regolare lo scatto su una velocità molto maggiore, in modo da prendere al volo la bestiaccia prima che questo volo lo spicchi. Questo perché dalla mia caccia alle Colias ho notato che tendono, un po' come le cavolaie, a svolazzare via velocemente quando ti avvicini. Ovviamente non so quanto avrei potuto fare con una reflex più monumentale invece checon una D40 che è comunque un modello leggero e piccolino. Lo scatto rapido "a sgamo" credo che abbia voluto dire molto.
- Credo che un'alternativa potrebbe essere un buono zoom. Beccarla in volo con una macchina a scatto lento sarebbe, direi, impossibile, a meno di non ricorrere al parabrezza di qualche macchina... dovrei provare con una compatta con zoom ottico maggiore di quello della FinePix per poter dire cosa è che me l'ha fatta prendee co la reflex a parte il puro caso. Date le modalità con cui mi è sfuggita quando cercavo di acchiapparla con la compatta direi che lo scatto rapido dopo un avvicinamento felpato ma deciso e diversi fiori da mangiare nei dintorni possano essere una soluzione.
venerdì 27 giugno 2008
martedì 24 giugno 2008
Gabbiani...
Le mie prove con i gabbiani, così come con la maggior parte degli uccellacci in generale (se si vuole escludere due pulcini di un giorno dentro un pentolino...che comunque hanno protestato per tutto il tempo del servizio fotografico, prima che il pentolino venisse convenientemente riempito di becchime per iniziarli alla nobile arte del raspare)sono ancora piuttosto sconvenienti, ma "navigando" su Flickr ho scoperto questa ottima foto di RonJe
che ha spiegato secondo me molto bene come l'ha scattata e come non è banale riuscire a fotografare i gabbiani http://www.flickr.com/photos/alexmelillo/2607263390/in/photostream/
Credo che le uniche alternative per scattare foto ai gabbiani reali da vicino possono essere:
- Abbandonare qualche etto di mortadella su una qualsiasi spiaggia dell'Isola d'Elba e nascondersi dietro il primo muretto
- Fucile a pallettoni (ma eviterei perché vengono rigidi)
- Avere un amico/ parente che sta particolarmente antipatico ai gabbiani e prenderli al volo quando gli fanno le picchiate in testa...
che ha spiegato secondo me molto bene come l'ha scattata e come non è banale riuscire a fotografare i gabbiani http://www.flickr.com/photos/alexmelillo/2607263390/in/photostream/
Credo che le uniche alternative per scattare foto ai gabbiani reali da vicino possono essere:
- Abbandonare qualche etto di mortadella su una qualsiasi spiaggia dell'Isola d'Elba e nascondersi dietro il primo muretto
- Fucile a pallettoni (ma eviterei perché vengono rigidi)
- Avere un amico/ parente che sta particolarmente antipatico ai gabbiani e prenderli al volo quando gli fanno le picchiate in testa...
venerdì 20 giugno 2008
Per i ragazzi alla festa del Solstizio di Piombino
I ragazzi che hanno voluto che gli facessi una foto alla festa del solstizio a Piombino la possono scaricare qui >>> http://fotoalbum.alice.it/alice/laura.canovaro/terra/dsc0479.html
Lasciatemi un commento qui o sull'album così so che l'avete scaricata, ciao
Lasciatemi un commento qui o sull'album così so che l'avete scaricata, ciao
giovedì 19 giugno 2008
Il tappo della reflex...
Come ben sanno i miei amci su Flickr ho di recente fatto un salto di qualità nella mia attrezzatura comprando una reflex, in particolare una Nikon D40... è la prima reflex che prendo in mano perciò sono andata sul semplice, tuttavia vedo che ci si possono fare un sacco di cose e che la qualità è veramente ottima.
La difficoltà che mi ha spiazzato inizialmente è stata... il tappo. Un tappo libero di cadere ovunque. Ora sto prendendo il gesto meccanico (mi ci sono allenata) di metterlo nel taschino davanti della custodia della macchina, ma i primi giorni è stata una tragedia, ho rischiato di perderlo due o tre volte.
Finalmente mi sono anche procurata un oggetto adatto a pulire la lente del'obietivo (buono anche per la compatta ovviamente, ma non ci avevo mai veramente pensato, avevo sempre usato maglie o fazzoletti): una di quelle pezzette che danno gli ottici per pulire gli occhiali. Elementare Watson... mi dovrò mettere in caccia per procurarmene un altro paio, magari da ottici diversi (o anche in zone diverse!)...
La difficoltà che mi ha spiazzato inizialmente è stata... il tappo. Un tappo libero di cadere ovunque. Ora sto prendendo il gesto meccanico (mi ci sono allenata) di metterlo nel taschino davanti della custodia della macchina, ma i primi giorni è stata una tragedia, ho rischiato di perderlo due o tre volte.
Finalmente mi sono anche procurata un oggetto adatto a pulire la lente del'obietivo (buono anche per la compatta ovviamente, ma non ci avevo mai veramente pensato, avevo sempre usato maglie o fazzoletti): una di quelle pezzette che danno gli ottici per pulire gli occhiali. Elementare Watson... mi dovrò mettere in caccia per procurarmene un altro paio, magari da ottici diversi (o anche in zone diverse!)...
domenica 15 giugno 2008
La compatta e le onde
Questione di tempi... come ben si sa una compatta non ha gli stessi tempi di scatto di una reflex, e quando il soggetto si muove è inutile pensarci... sono macchinette turistiche, fatte per fare le foto delle gite. (mi correggo... o meglio così si dice)
Questa è fatta con una compatta:
Ecco qua il trucchetto che ho usato: ho aspettato un po' osservando le onde, per prendere il tempo che ci mettevano di norma a sbattere contro lo scoglio. Quindi ho fatto un po' di prove e vari scatti, cercando di contare i secondi e prendere il tempo dell'onda. Ovviamente non è stata l'unica che ho fatto, ho fatto un bel po'di altre che ho buttato o che hanno ottenuto un effetto minore (ma comunque discreto), ma francamente cercare di prendere il tempo dell'onda ha funzionato, perché me ne sono venute circa 5 con l'urto inquadrato completamente. E anche se in percentuale sono poche ho ottenuto quello che volevo: delle fotografie piuttosto carine.
Ovviamente la compatta che ho è non solo di marca, ma anche molto buona... il trucco però ha funzionato, perciò me la sento di consigliarlo a chi ha una macchina con scatto un po' lento ma una discreta definizione dell'immagine:
- Osservare le onde e contare più o meno quanto ci mettono ad arrivare allo scoglio (ovviamente ci vogliono un posto, un vento e delle onde regolari)
- Fare qualche prova per vedere quanto ci mette la macchina a scattare (io la conosco bene e so i suoi tempi)
- Aspettare l'onda: quando è al momento (più o meno lungo a seconda della macchina) prima di andare a sbattere sullo scoglio scattare
- Imprecare sonoramente per gli schizzi in faccia
- Controllare la foto e tirarla via se non è buona
- Tornare al punto 3
Questa è fatta con una compatta:
Ecco qua il trucchetto che ho usato: ho aspettato un po' osservando le onde, per prendere il tempo che ci mettevano di norma a sbattere contro lo scoglio. Quindi ho fatto un po' di prove e vari scatti, cercando di contare i secondi e prendere il tempo dell'onda. Ovviamente non è stata l'unica che ho fatto, ho fatto un bel po'di altre che ho buttato o che hanno ottenuto un effetto minore (ma comunque discreto), ma francamente cercare di prendere il tempo dell'onda ha funzionato, perché me ne sono venute circa 5 con l'urto inquadrato completamente. E anche se in percentuale sono poche ho ottenuto quello che volevo: delle fotografie piuttosto carine.
Ovviamente la compatta che ho è non solo di marca, ma anche molto buona... il trucco però ha funzionato, perciò me la sento di consigliarlo a chi ha una macchina con scatto un po' lento ma una discreta definizione dell'immagine:
- Osservare le onde e contare più o meno quanto ci mettono ad arrivare allo scoglio (ovviamente ci vogliono un posto, un vento e delle onde regolari)
- Fare qualche prova per vedere quanto ci mette la macchina a scattare (io la conosco bene e so i suoi tempi)
- Aspettare l'onda: quando è al momento (più o meno lungo a seconda della macchina) prima di andare a sbattere sullo scoglio scattare
- Imprecare sonoramente per gli schizzi in faccia
- Controllare la foto e tirarla via se non è buona
- Tornare al punto 3
domenica 1 giugno 2008
Mi avete preso per un ***?!
Ecco qua un bel post di ricordi a raffica.
Durante il breve giro per foto oggi mi è venuta in mente una delle più grosse soddisfazioni da fotografa.
Credo non sia banale essere un appassionato di foto. Cioè devi tenere in conto che potresti incontrare il classico gruppo di persone che ti guarda come se fossi un alieno (lo stesso che magari sorride o guarda con ammirazione i ventenni già sbronzi alle sette che passano urlando sulla macchina con la radio a tutto volume). Non so se vi è mai capitato. E credo che la cosa aumenti ancora se sei una donna.
A quel punto scattano vari istinti di conservazione... conservazione di immagine sociale ovviamente: "è per mio cugino che vive a Mururoa" oppure "mio figlio deve fare una ricerca a scuola" oppure inizi a fingere di parlare al cellulare in finlandese stretto dialettale...
Ovviamente questo dipende dal posto, ma immagino che non sia capitato solo a me...
Se sei con un altro è fatta. A parte girarsi e dire "Guarda, mandiamola a Kim Jen Wo" (fantomatico cugino coreano) oppure "Sul sito mettiamoci questa" si sa che l'uomo è animale sociale e che se uno che fa le foto da solo potrebbe avere dei problemi se c'è un'altra persona insieme è teoricamente tutto a posto...
Ogni, tanto, però, capita anche una soddisfazione.
Nel posto dove lavoravo prima era pieno di farfalle, e lì mi sono fatta buona parte della collezione che ho sul mio album Butterflies... ovviamente spesso ero costretta per forza di cose a fare le foto a turno finito quando non c'era più gente (leggi turisti). Una volta però mi è capitato un turno più corto e sono andata a fotografare farfalle in pubblico. Non è banale... anche perché si posano su cose basse... terreno, fiori... quindi bene o male ti chini e ti contorci, magari con ancora indosso i vestiti del lavoro.
E forse è quello che ti salva, in quei casi.
Insomma si avvicinarono dei turisti, con bimbetta al seguito, con l'aria di "signora, ma si sente male?" (e rischi...) e mi fecero "signora, ma c'è qualcosa di interessante?"... e io lì "vede, io sono un'appassionata di farfalle, e qui ci sono molti tipi, vede per esempio, questa è la Nordmannia ilicis, ma c'è una tecnica per fotografarle altrimenti volano...".
E qui li volevo: a turno finito a insegnare ai turisti a fare le foto alle farfalle. Ci si sono pure interessati... tutti contenti a fare la foto alla farfalla...a volte la gente guarda stranita i fotografi perché vorrebbe fare altrettanto, ma a me capita di sentirmi comunque a disagio quando succede.
Almeno quella volta però mi sono sentita un po'... presente Lino Banfi, L'allenatore nel pallone? La scena finale... "mi avete preso per un ***", "No, sei un eroe!"... "Noo, mi avete preso per un ***!!".....
Durante il breve giro per foto oggi mi è venuta in mente una delle più grosse soddisfazioni da fotografa.
Credo non sia banale essere un appassionato di foto. Cioè devi tenere in conto che potresti incontrare il classico gruppo di persone che ti guarda come se fossi un alieno (lo stesso che magari sorride o guarda con ammirazione i ventenni già sbronzi alle sette che passano urlando sulla macchina con la radio a tutto volume). Non so se vi è mai capitato. E credo che la cosa aumenti ancora se sei una donna.
A quel punto scattano vari istinti di conservazione... conservazione di immagine sociale ovviamente: "è per mio cugino che vive a Mururoa" oppure "mio figlio deve fare una ricerca a scuola" oppure inizi a fingere di parlare al cellulare in finlandese stretto dialettale...
Ovviamente questo dipende dal posto, ma immagino che non sia capitato solo a me...
Se sei con un altro è fatta. A parte girarsi e dire "Guarda, mandiamola a Kim Jen Wo" (fantomatico cugino coreano) oppure "Sul sito mettiamoci questa" si sa che l'uomo è animale sociale e che se uno che fa le foto da solo potrebbe avere dei problemi se c'è un'altra persona insieme è teoricamente tutto a posto...
Ogni, tanto, però, capita anche una soddisfazione.
Nel posto dove lavoravo prima era pieno di farfalle, e lì mi sono fatta buona parte della collezione che ho sul mio album Butterflies... ovviamente spesso ero costretta per forza di cose a fare le foto a turno finito quando non c'era più gente (leggi turisti). Una volta però mi è capitato un turno più corto e sono andata a fotografare farfalle in pubblico. Non è banale... anche perché si posano su cose basse... terreno, fiori... quindi bene o male ti chini e ti contorci, magari con ancora indosso i vestiti del lavoro.
E forse è quello che ti salva, in quei casi.
Insomma si avvicinarono dei turisti, con bimbetta al seguito, con l'aria di "signora, ma si sente male?" (e rischi...) e mi fecero "signora, ma c'è qualcosa di interessante?"... e io lì "vede, io sono un'appassionata di farfalle, e qui ci sono molti tipi, vede per esempio, questa è la Nordmannia ilicis, ma c'è una tecnica per fotografarle altrimenti volano...".
E qui li volevo: a turno finito a insegnare ai turisti a fare le foto alle farfalle. Ci si sono pure interessati... tutti contenti a fare la foto alla farfalla...a volte la gente guarda stranita i fotografi perché vorrebbe fare altrettanto, ma a me capita di sentirmi comunque a disagio quando succede.
Almeno quella volta però mi sono sentita un po'... presente Lino Banfi, L'allenatore nel pallone? La scena finale... "mi avete preso per un ***", "No, sei un eroe!"... "Noo, mi avete preso per un ***!!".....
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