Dedico questo post ad una farfalletta tanto comune quanto carina quanto rognosa da fotografare, che più di una volta sono stata tentata di “consegnare all’immortalità” ben poco felicemente spiaccicata da una ciabattata. Cioè la Lasiommata Megera, detta dalle mie parti “farfalla terraiola” (in effetti si posa spesso in terra).
Eccola qui:
Questo animaletto ha delle splendide ali, che è anche abbastanza facile poter vedere aperte, perché le apre e chiude spesso. Purtroppo in modo piuttosto veloce, non si “ferma” a fare la “ruota” come altre (ad esempio la podalirio, ma anche qualche vanessa).
Il problema è che la sua tecnica quando avverte una “presenza” che può essere minacciosa è, oltre al volare via che è un classico per tutte le belle farfalline, anche chiudere le ali e mimetizzarsi. Per questo, credo, si posa spesso sul terreno: l’esterno delle ali è color sabbia.
Va da sé, quindi, che per fotografare una Megera ci vuole molta calma, molto sangue freddo e molta pazienza. A volte convola lontano, va solo un po’ più in là, magari in terra o su un altro fiore. E sbatte un po’ le alucce prima di chiuderle. A volte non si spaventa subito, ed è possibile scattare qualche foto alle ali aperte (io l’ho fatto con la FinePix, che ha uno zoom non male ma non propriamente eccelso).
Fatto sta che di questa farfalla ci sono circa tre generazioni annuali… ha un ciclo biologico un po’ veloce… e è possibile quindi vedere spesso i “voli nuziali”. Ultimamente sono riuscita a fare una serie di scatti dopo un volo nuziale, forse perché una aveva preso una specie di capocciata ed era un po’ intontita (così mi è parso), un po’ perché erano ancora piuttosto “prese” (o magari avevano girato troppo a spirale…) e non avevano il riflesso veloce di chiudere le ali, almeno non così immediato come al solito.
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